💖
"E l'Amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno."
(L. Pirandello)
il bloggo di una crocettina impazzita!!
e in barba alle classiche canzoni natalizie [che comunque amo 💖], dedico questa a tutti, perché mi sa di Natale. Perché non lo so. Ma sfido chiunque a darmi torto.
💗
E poi, ovviamente, vado sulla tavola e le specialità regionali 😋
Ed eccomi a riproporre il Natale in tavola. Tipiche ricette regionali, magari da provare. La tradizione è sempre comunque bellissima da tramandare, specialmente a Natale. Serene feste al mondo e, naturalmente, buon appetito!
Abruzzo
Basilicata
Campania
Calabria
Emilia Romagna
Friuli
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto Adige
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto
Il biglietto con la frase più bella in assoluto, e il regalo più gradito: una poesia che ho scritto diversi anni fa sulla mia idea dell'anima gemella riscritta a mano in maniera così sublime e le nostre mani intrecciate.
Sono felice come un Re. 😊
mia mamma se n'è andata.
un vuoto incolmabile...
una mancanza incredibile...che non passerà più.
Si conobbero.
Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità
non s'era mai saputo.
E lei conobbe lui e se stessa, perché,
pur essendosi saputa sempre,
mai s'era potuta riconoscere così.
Eh sì. Devo ammetterlo. Sono una pagliaccia. Elucubro, tanto, sentenzio, affermo, rifaccio il giro di verifica, sempre alla ricerca della verità. Perché tanti dicono che la verità è relativa. Per me invece no, è una sola. E io cerco quella, finché non la scovo, il più delle volte nascosta in anfratti impensabili. E allora esulto, perché l'ho trovata. E mi confermo che esiste. E da là, formulo un principio fermo e saldo, su cui posso contare. E così via dicendo. Principio dopo principio, esultazione dopo esultazione. Finché tutti questi principi, uno a uno, la vita non me li risbatte in faccia. Perché tutti, prima o poi, ci ritroviamo a dover fare i conti con i nostri principi. Ogni volta che viviamo qualcosa che va a ricacciare un principio che davamo per assodato. E allora cosa faccio? Il primo istinto è quello di sbellicarmi dalle risate. Perché sono una pagliaccia, ovvio. In realtà, è tosto ammettere che i principi che davi per saldi e fermi, non lo sono affatto. Anche perchè l'unica cosa che puoi fare è riconoscere che avevi sbagliato, aggiustare il tiro, se ci riesci, poi prendere e portare a casa. Mai negare, però. Mai! Per elaborare il principio c'ho messo davvero tanto, non potrei mai negarlo. Tuttavia, in alcuni casi, mi rifiuto di affrontarli, questo sì. Mi giro di spalle e mi perdo in cose futili, che alla fine sono il rifugio perfetto dalla realtà, le cose futili. Cavolatine varie che ti impediscono di pensare. Purtroppo, la verità (!!) è che, per quanto ci provi, non puoi evitare quel confronto. Nel momento stesso in cui il principio ti si presenta davanti, sai che è lì, e non ci sono futilità al mondo che possono salvarti. Devi girarti e guardarlo in faccia. E magari non puoi fare altro che cancellare tutto e ricominciare da zero. Riconosco che l'ho fatto spesso, però. Non ho paura di farlo. So che è più facile sbagliare che no, nella vita. Ed essendo una pagliaccia, riesco pure a farlo ridendo. E aggiungo che, essendo una pagliaccia, continuo imperterrita a cercare la verità, anche a costo di riprenderci svariate tranvate sui denti. Perché per me la vita è questa. Sono le mie idee, la ricerca della verità e le ridicole pagliacciate. E a dirla tutta, non credo che riuscirei a fare diversamente. Né ho voglia di farlo, francamente. Perché, comunque sia, mi sbellico dalle risate.
Siccome di questi tempi non ci si capisce niente, anche a livello meteo, e dato che a tempo debito non ho pubblicato niente, invece delle immagini pasquali, ho deciso di postare le foto del mio Natale 2020.
Presepe |
Altro presepe |
Angelo della Pace |
Babbo |
Altro Babbo |
Pupazzo di neve |
Albero scintillante |
Per la tavola, invece, voglio condividere quello che è di tradizione a casa mia, solitamente composto da timballo e arrosto di agnello con patate, cioè costatine e tasca farcita con uova e parmigiano, tradizione di mia nonna paterna.
Inoltre segnalo una variante del piatto tipico abruzzese, "agnello cac' e ova". Qui a casa, tradizione di mia nonna materna stavolta, si cucina lo "spezzatino di agnello ova e limone", cioè con il limone al posto del cacio. Buonissimo.
Come dolce, mia mamma faceva spesso la pastiera napoletana, in questo periodo, ma quest'anno andiamo sulla classica colomba e uovo di cioccolato.
BUONA PASQUA A TUTTI!
Dunque, qualche giorno fa, ho visto un fiocco di neve. E quando dico uno, intendo UNO. U-N-O. Ero lì che guardavo fuori dalla finestra. Mi sono girata un attimo e poi di nuovo a guardare fuori dalla finestra. Ed eccolo là. UN SOLO fiocco. Abbastanza bellino. Al che, son rimasta a fissare in attesa che scendesse, che so, almeno un secondo fiocco. Niente. Zero. Anzi, per meteoironia, dopo poco il cielo ha iniziato a schiarirsi ed è uscito il sole!
Ovviamente non ho avuto neanche il tempo di testimoniare questo fenomeno di mononevicata. Chi mi crederà mai che ho visto UN SOLO fiocco di neve? Chi crederà che stavo guardando già prima, e non c'era niente, per poi girarmi proprio quando lui calava?
Chissà, magari in realtà concentrava in sé una nevicata intera. Era una nevicata liofilizzata. Oppure, anche il meteo obbedisce ai distanziamenti. Chi può dirlo.
Eh vabè. Da grande appassionata della neve quale sono, posso ritenermi soddisfatta, 1 è meglio di 0. Certo, però, la natura poteva sforzarsi un po' di più.
Tanti anni fa, in un afoso pomeriggio estivo, insieme alla comitiva di amici,
al mare, prendendo il sole e quasi sonnecchiando.
Un mio amico: Betta, mi porti la bocca a bere alla fontanella?
Io (Betta): Solo se mi ci porti in braccio.
Fine di una storia di massima pigrizia.
Chi sì, chi no
ne colse
chi ne raccolse?
Chi si chinò!
😆😊
(da mio nonno Filippo)
-...con un caldo allucinante...con il mondo sottosopra...
è mai possibile una cosa, anzi, una rosa, così?
Feriae Augusti
Ferragosto, dal latino Feriae Augusti (vacanze di Augusto) è una festa antichissima. Com'è il caso di molte altre feste divenute in seguito cristiane, il Ferragosto ha origini pagane.Nel 18 a.C. l'imperatore romano Ottaviano, proclamato Augusto (ossia venerabile e sacro) dal senato romano, dichiarò che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo e dedicato alle Feriae Augusti, una serie di celebrazioni solenni, la più importante delle quali cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea patrona del legno, delle fasi della luna e della maternità. La festa si celebrava nel tempio dedicato alla dea sull'Aventino ed era una delle poche occasioni in cui i romani di ogni classe e censo, padroni e schiavi, si mescolavano liberamente.
Oltre che a Diana, le Feriae erano un'occasione per celebrare Vertumno, dio delle stagioni e della maturazione dei raccolti; Conso, dio dei campi e Opi dea della fertilità, la cui festa, Opiconsiva, cadeva il 25 del mese. In breve, le Feriae erano una celebrazione della fertilità e della maternità; come molte altre feste romane erano di derivazione orientale e in particolare riecheggiavano quelle in onore di Atagartis, dea madre sira, patrona della fertilità e del lavoro dei campi.
Con l'avvento del cristianesimo la gente attribuì queste medesime prerogative alla Vergine Maria, la cui solennità cominciò ad essere celebrata in luogo di quella di Diana. È importante notare, però, che si trattava solo di una celebrazione di Maria Vergine; il dogma moderno secondo cui la Vergine sarebbe stata assunta in cielo a Ferragosto non si diffuse che nel diciottesimo secolo e fu dichiarato formalmente da papa Pio XII solo nel 1950.
In ogni caso, la tradizione di agosto come mese delle Feriae è rimasta, e questa è la ragione per cui fabbriche e negozi restano ancor oggi «chiusi per ferie» fino alla fine di agosto, anche se nessuno si ricorda più dell'imperatore che le istituì per autocelebrarsi. (presa da QUI)
Il Ferragosto nella cultura popolare
In Lombardia e Piemonte, fino ai primi decenni del XX secolo, era uso "dare il ferragosto" (in lombardo dà el faravóst) che consisteva nel donare emolumenti in denaro o in beni commestibili alle maestranze, da parte dei datori di lavoro, in modo che le famiglie potessero trascorrere lietamente il giorno di Ferragosto. Nei cantieri edili, verso la fine di luglio, veniva fissato dai muratori un grande ramo d'albero sulla parte più elevata del fabbricato in costruzione, detta pianta del faravóst, che serviva scherzosamente a rammentare all'impresario l'imminente esborso della tradizionale mancia.
A Torino, fino alla metà del XX secolo, molti cittadini si recavano per pranzare nel ristorante o al sacco nel parco in riva al Po, adiacenti alla chiesa della Madonna del Pilone. Tale costumanza era denominata "Festa dle pignate a la Madona dél Pilòn", ovvero "Festa delle pentole alla Madonna del Pilone".
A Montereale, nel prato adiacente l'Abbazia della Madonna in Pantanis, il giorno di Ferragosto si tiene la gara poetica tra cantori a braccio, (E questo da Wikipedia :P)