martedì 13 febbraio 2018

Carnevale carnevale




Buondì! Ho iniziato a postare maschere senza contare che il Carnevale finisce oggi (uauauauaua). Così, ho rispolverato un vecchio post, da cui ho ripreso un elenco delle più note maschere italiane, con relativa breve descrizione. Quindi,

Ecco a voi, direttamente dalla Commedia dell'Arte:

ARLECCHINO.
Arlecchino è un servo di Bergamo, lazzarone e truffaldino, in perenne litigio col suo padrone. Il suo nome deriva dal medioevo francese: Harlequin, o Herlequin o Hellequin. Ha un carattere stravagante e scanzonato, ma furbo.


BALANZONE.
Il dottor Balanzone, nasce a Bologna, e deve il suo nome alla “balanza”, cioè la bilancia, simbolo della giustizia dei tribunali. E' un personaggio pedante e brontolone; parla tanto e non conclude niente, ma anche dotto e sapiente. 


BRIGHELLA.
Con Arlecchino sono i servi della commedia dell'arte, ed entrambi sono nati a Bergamo. Fa un'infinità di altri mestieri, più o meno leciti ed onesti, ritrovandosi sempre in mezzo a svariati intrighi. Caratteristica del carattere è la prontezza e l'agilità della mente, nell'escogitare inganni e trappole in cui far cadere il prossimo. E' intrigante, molto furbo, e bugiardo. 


COLOMBINA.
Servetta veneziana, è la fidanzata di Arlecchino, anche se lui non sembra volerla sposare. È molto vanitosa, un po’ civetta e ci tiene ad avere sempre un bell’aspetto. E’ giovane e arguta, dalla parola facile e maliziosa, abile a risolvere con destrezza le situazioni più intricate.



GIANDUIA.
E' la maschera di Torino. Dal suo nome deriva quello della cioccolata gianduia e del famoso cioccolatino "Gianduiotto". E’ un intenditore di vini doc e della buona tavola.


PIERROT.
L ’innamorato malinconico e dolce, ma anche pigro. Abile nel parlare, è il più dotto e ribelle dei servi:  critica gli errori dei padroni e spesso finge di non capire i loro ordini, eseguendoli al contrario, non per stupidità, ma perché li ritiene sbagliati. 


MENEGHINO.
E' di Milano, lo spiritoso Meneghino (diminutivo di Domeneghin), servitore rozzo ma di buon senso che, desideroso di mantenere la sua libertà, non fugge quando deve schierarsi al fianco del suo popolo. Generoso e sbrigativo, è abile nel deridere i difetti degli aristocratici. "Domenighin" era il soprannome del servo, che la domenica accompagnava le nobildonne milanesi a messa o a passeggio. 


PULCINELLA.
Figura buffa e goffa. E’ una delle maschere italiane più popolari. Probabilmente originaria di Napoli: il suo nome deriverebbe dal napoletano “polene” (pulce o piccolo pulcino). Impertinente, pazzerello, chiacchierone, ama il dolce far niente escluso il mangiare e il bere. E' spesso oggetto di pesanti bastonate che suscitano ilarità. 


Si mangia!

E come per ogni buona festa che si rispetti, non può mancare qualche tipica specialità gastronomica. Carnevale è dominato da scherzi, trucchi e risate, per cui troviamo per lo più dolci e dolcetti. Tra questi, ho scelto i soliti irrinunciabili, cioè le castagnole e le chiacchiere. Buonisssssime!!

CASTAGNOLE
INGREDIENTI:

Mistrà liquore all'anice 1 cucchiaio
Farina 200 g
Zucchero 50 g
Limoni la scorza grattugiata di 1/2
Burro 40 gr (oppure olio 1-2 cucchiai)
Uova 2 piccole
Sale 1 pizzico
Lievito chimico in polvere 8 g
Vaniglia bacca 1
Zucchero per cospargere
Olio per friggere
PREPARAZIONE:
Mettete in una ciotola la farina, le uova, lo zucchero, il burro, i semi di una bacca di vaniglia, il sale, la scorza grattugiata del limone, il liquore e il lievito. lavorate gli ingredienti fino ad amalgamarli, poi trasferite l'impasto su di una spianatoia leggermente infarinata e impastate fino a ottenere un composto morbido (ma non molle) liscio e compatto. Lasciate riposare l'impasto per qualche minuto, poi formate dei cordoncini di pasta dello spessore di un paio di centimetri circa e tagliateli a pezzetti grandi come delle grosse nocciole. Formate delle palline e friggetele un po’ alla volta in abbondante olio a fiamma bassa, rigirandole nella padella, finché risulteranno ben gonfie e dorate e cominceranno a galleggiare. Una volta pronte, fate asciugare le castagnole su un foglio di carta assorbente, spolverizzatele con dello zucchero a velo o semolato.
N.B.: Al posto dell'anice, almeno a casa mia, solitamente si preferisce il rum (o l'essenza di rum). Vengono molto più buone.


CHIACCHIERE (O BUGIE)
Ingredienti (dosi per 6 persone)
500 g. di farina
50 g. di zucchero
50 g. di burro
1 uovo e 1 tuorlo
poco vino bianco secco di buona qualità (non nel cartone)
la scorza grattugiata di un limone (solo la parte gialla)
1 bustina di lievito per dolci
zucchero a velo q.b.
strutto o olio di semi (mono seme: arachide o girasole o mais) q.b.
marmellata opzionale, preferibilmente un tipo dal gusto leggermente acidulo

Noi consigliamo di friggere le bugie usando lo strutto, se esso è di buona qualità perfettamente bianco e privo di impurità ha un gusto assolutamente neutro che non interferisce con il dolce.
Preparazione
Impastate la farina con l’uovo, il tuorlo e il burro fuso ma freddo (potete fonderlo usando il microonde), lo zucchero, il lievito, la scorza di limone e tanto vino bianco necessario ad ottenere una pasta soda ma elastica (più o meno come quella per le tagliatelle).
Ricavate dalla pasta delle sfoglie aventi lo spessore di 2/3 mm.; potete usare la Nonna Papera, o, se sapete usarlo, il matterello.
Tagliate la sfoglia in forme diverse, usando la rotella dentata o un coltello: rombi (di solito sono quelli che gonfiano molto bene), rettangoli, magari con un taglio a metà, nastri che potete anche intrecciare (quando ero piccola venivano sempre fatte due figurine, quella di una bimba e di un bimbo, io e mio fratello).
Friggete le bugie in olio o strutto ben caldi in una pentolino a bordi alti in modo che il grasso possa avere una buona profondità. Friggete le bugie poche alla volta, e fino a che diventino ben dorate.
Scolatele, e mettetele a perdere l’unto in eccesso su carta da cucina. Quando le bugie saranno fredde cospargetele di zucchero a velo e gustatele.
e buon Carnevale!

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