domenica 18 gennaio 2015

Antichi mestieri

 
LO SPEZIALE
Una figura che può attrarre particolare curiosità è quella dello speziale. Ora, l’arte di curare ha origini antichissime: già presso i faraoni, i sacerdoti di Menfi e Tebe preparavano medicamenti per curare svariate malattie; Esculapio, in Grecia, fu il primo farmacista a introdurre l’uso di medicine per via orale; più tardi, Galeno approntò un ricettario di prescrizioni concernenti le diverse malattie e l’effetto farmacologico delle piante su ciascuna di esse. Per molti secoli, le pratiche mediche e farmaceutiche furono esercitate da un’unica persona. Il farmacista era colui che preparava e dispensava i rimedi fatti con droghe, erbe medicinali, estratti di animali come vipere, lucertole e scorpioni. Si può dire, però, che lo speziale era una figura a metà tra l’alchimista (chi si occupava di teorie filosofiche, arti magiche dando uno sguardo verso la chimica moderna) e il cerusico (persona “abile” nell’arte chirurgica). Egli, infatti, commerciava le spezie e somministra le medicine, ma praticava, anche l’alchimia e la chirurgia. Nella sua bottega non c’erano solo scaffali pieni di spezie e medicine, ma anche arnesi per la pratica chirurgica. Per quanto riguarda l’alchimia, lo speziale era legato all’esercizio di conoscenze, che fecero fiorire leggende sulla sua professione. In realtà, la stessa arte cerusica, come anche la facoltà di esercitare autopsie sui cadaveri per studiare il corpo umano, il maneggiare ampolline, fecero immaginare chissà quali attività misteriose si svolgessero nelle botteghe. Intorno al ’400, con il fiorire delle Università, si svilupparono due rami di studi ben separati: medicina e farmacologia. I rimedi prescritti venivano preparati ad arte dagli speziali, nei loro laboratori. Il “Maestro della Spezieria” lavorava nella sua bottega, usava le polveri che si ottenevano con mortaio e pestello, le mescolava e le divideva in cartine. La dose si assumeva nelle cialde di pane azzimo (ostie) per non sentirne il sapore sgradevole. Le polveri venivano utilizzate anche per preparare compresse, granulati, pillole e pastiglie. Avere maestria era importante per la preparazione delle pomate, che si ottenevano spalmando, su una lastra di marmo, la base (vaselina o lanolina) e amalgamando, con una spatola, le altre sostanze medicinali.

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