sapete quando si chiede "segni particolari?" Ebbene, mi sono resa conto
di averne uno anch'io, e me ne sono resa conto adesso che quello è un
segno particolare, anche se (e proprio perché) ce l'ho da quando sono
nata. Tra l'altro ormai non si vede neanche quasi più. Si tratta di una
voglia di ceci, una macchia marroncina chiarissima dietro il polpaccio
sinistro. Che sia di ceci è stato dedotto dal fatto che mia madre,
aspettando me, ne ha mangiati chili e chili. Pasta e ceci è stato il
piatto forte durante tutta la gravidanza. Qui divago un attimo per
parlare di questo strano fenomeno, probabilmente ormonale come gran
parte di quello che succede in quel periodo, che sono le voglie in
gravidanza. Il bimbo mangia ciò che mangia la mamma, questo è un fatto.
Ma i gusti in realtà li indica lui dall'interno. Chissà perché, ad
esempio, io inviavo segnali al sapore di pasta e ceci, visto che quando
poi sono uscita fuori, oltre alla voglia dietro al polpaccio, non mi è
rimasto niente: i ceci cotti non li reggo proprio. E parlo per
esperienza. Ma fossero queste le voglie. Insomma, pasta e ceci è un
piatto di degno rispetto, anche se a me non piace (cosa di cui però
attribuisco la colpa a mia mamma: forse se non ne mangiava così tanta da
avermene lasciato il marchio oggi magari la mangerei volentieri).
Dicevo, so di casi in cui si tratta di voglie assurde, e non parlo di
quelle tipo le fragole o l'anguria a dicembre, che, allora forse no, ma
oggi come oggi è pure possibile reperire. Parlo di chi ha voglia di, che
so, anguria con majonese, o melanzane alla parmigiana con marmellata di
mirtilli al posto del pomodoro. E l'altro aspetto inquietante è che se
queste voglie, per quanto anomale, non vengono soddisfatte, ne risente
il bambino stesso, e non poco. C'è anche chi non crede a questa cosa, la
ritiene una diceria popolare. Eppure ci sono stati casi in cui il
bambino ha avuto addirittura problemi alla nascita, e la causa è stata
attribuita ad una voglia mancata. Certo che, che questo fenomeno ci
possa lasciare anche marchi e segni sulla pelle è un qualcosa di
incredibile. A tale proposito, mi vengono in mente i nei, questi
"difetti" della pelle che in passato erano addirittura considerati
vezzi. Tra le varie frasi della Hack che ho letto in giro in questi
giorni, ce n'è una che sostiene che siamo fatti della stessa materia
degli astri. Direte, che c'entra con i nei? C'entra, perché in generale
ho sempre pensato che il cosmo imiti se stesso, riproducendosi a sua
immagine continuamente - vedi le stelle e le stelle marine; vedi ali di
farfalla che sembrano occhi di felino; vedi infiorescenze che somigliano
a musi di scimmia; vedi la struttura degli astri, con nucleo, e crosta
esterna - e lo stesso vale per i nei, quelli che ti porti dietro da
sempre, dico, penso, o meglio mi piace pensare che possano essere un
riflesso delle costellazioni. Nel senso, come se il nostro corpo
riproducesse a suo modo il cielo. D'altra parte ciò che li fa uscire è
guarda caso il sole, nostro astro personale. Io ad esempio ne ho 5
piccolini sulla coscia destra, che formano una specie di
costellazione, molto simile all'immagine qui sopra, e sono lì da sempre,
per quanto ne so, e da sempre così piccoli sono rimasti, nonostante il
tempo, il sole e le intemperie. E io ci sono affezionata parecchio. Mi
contraddistinguono, molto più dei ceci di sicuro. Dico io, i segni
particolari sono imporanti, dato che distinguono l'individuo dal resto
dell'umanità, lo identificano, sono appunto particolari in quanto lo
caratterizzano. Invece se a me domandano "segni particolari?" devo
rispondere "voglia di ceci"....e di ceci non ne ho voglia affatto. Per
fortuna ci sono i miei piccoli 5 nei a rappresentarmi. Non saranno segni
particolari, ma sono la mia collezione privata di stelle. La mia
"costellazione personale".
lunedì 1 luglio 2013
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