(Wikipedia) Un lapsus (in latino scivolone) è un errore non intenzionale che viene compiuto quando a un movimento o azione mentale volontaria non corrisponde la rispettiva e normale concretizzazione motoria o mentale. Sono esempi di lapsus errori linguistici e vuoti di memoria. Un'espressione idiomatica della lingua italiana, utilizzata in caso di vuoto di memoria, è "ho questa parola sulla punta della lingua", utilizzata quando si cerca di ricordare una parola per utilizzarla in un discorso verbale, ma non la si ricorda.
In psicoanalisi, i lapsus sono inquadrati all'interno della categoria più generale degli atti mancati. Essi sono considerati forme di espressione indiretta dell'inconscio: l'errore che prende corpo nel lapsus, secondo Freud, è solo apparentemente casuale. Il lapsus non solo sarebbe la manifestazione di un desiderio inconscio che affiora e trova, così, soddisfacimento, ma costituirebbe anche un canale attraverso il quale trovano sfogo pensieri che, altrimenti, resterebbero rimossi dalla censura.
Il lapsus freudiano è un fenomeno psicologico che prende nome da Sigmund Freud, che lo descrisse per la prima volta (chiamandolo Fehlleistung o parapraxis) nel saggio Psicopatologia della vita quotidiana (1901).
Nella teoria psicoanalitica, si suppone che i contenuti che l'inconscio esprime attraverso i lapsus siano, in generale, di natura sessuale, sebbene questo non sia sempre evidente dal loro contenuto apparente.
Ah, significa proprio "scivolone"
io credevo si dicesse per scherzo. E non sapevo neanche che nel lapsus
rientrassero i vuoti di memoria. Oddio, ultimamente sono tutta un
lapsus, allora.... Ad ogni modo, si tratta del subconscio che affiora.
Ma questo significa che chi usa spesso dirli ha il subconscio in
superficie? Chissà. Dunque il lapsus si verifica quando si vorrebbe dire
una cosa ma in realtà te ne esce fuori un'altra, rivelando il reale
desiderio o intenzione di chi parla. Mah, io ricordo di un amico che
avevo in montagna, tanti anni fa, nella comitiva, di nome Raffaele. Era
un bel ragazzo davvero, capelli scuri occhi chiari, molto affascinante. E
che io mi ostinavo a chiamarlo "Gabriele" perché, dicevo, mi faceva
pensare ad un arcangelo. Ma non può essere un lapsus, perché anche
Raffaele è un arcangelo.... Come al solito io sforo dalla norma
Si può definirlo un lapsus? Non saprei. A me veniva proprio da
chiamarlo Gabriele, pur sapendo benissimo che si chiamava Raffaele. Nel
senso che, anche se mi veniva in mente, pensavo a lui come Gabriele e
non come Raffaele. E non c'era verso. Forse, però, ora che ci penso, lo
era un lapsus, dovuto semplicemente al fatto che non mi piace il nome
Raffaele. Siccome invece lui era un bel tipo, gli ho trasferito il nome
ad un altro arcangelo.
Questo è il lapsus. Ma la gaffe invece cos'è? Vediamo un po':
(Wikipedia) La gaffe può anche risultare da un'affermazione che, in se stessa, è vera, ma inappropriata per il contesto in cui viene pronunciata. Allo stesso modo, il rivelare una verità che dovrebbe essere nascosta a chi ascolta, è considerata una gaffe. Quest'ultimo tipo di gaffe, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, può essere fatta anche in modo non verbale, semplicemente con il linguaggio del corpo.
Normalmente, la gaffe causa imbarazzo nella persona che la fa, nell'immediato o successivamente, quando si rende conto dell'errore o finché qualcun altro non glielo fa notare. Dal momento che gli elementi fondamentali della gaffe (errori, frasi fuori registro e/o contesto, giochi di parole) stanno anche alla base dell'umorismo, chi ne è spettatore è portato a reagire con ilarità. Fanno eccezione i casi di gaffe particolarmente gravi, che tendono a ledere la dignità, gli affetti o i sentimenti delle persone a cui sono rivolte; una gaffe di questo genere può anche portare a conseguenze più serie.
Diversi filosofi e psicanalisti si sono interessati alle gaffe come fenomeno sociale o psicologico. Sigmund Freud si interessò del fenomeno, parlandone nel suo libro Psicopatologia della vita quotidiana. Gilles Deleuze, nel suo libro La logica del senso, posiziona la gaffe all'interno del processo che porta alla balbuzie.
Ci sono poi anche casi di gaffe che hanno origine strettamente neurologiche, come ad esempio nel caso di persone che soffrono della sindrome di Tourette.
quindi è una specie di lapsus imbarazzante. A me fa simpatia, come fanno simpatia quelli che "gaffano" spesso.
Non so perché ma mi danno l'idea di persone schiette, ma schiette sul
serio, non di quelle che si definiscono schiette solo per sparare
cattiverie e "verità" cattive. Schiette nel senso che hanno il
subconscio in superficie e dicono ciò che pensano e vedono ritrovandosi
però spesso in imbarazzo perché loro, fondamentalmente buone e pulite,
non vedono il male e la malignità che il contesto sociale invece nota.
Ecco, sono persone che non vedono il male, creando vere e proprie
barzellette. E infatti, da quanto si dice sopra, la gaffe è alla base dell'umorismo.
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