venerdì 11 novembre 2011

L'estate di San Martino

Oggi dò il buongiorno così.


L'estate di san Martino è il nome con cui viene indicato un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell'emisfero australe il fenomeno si osserva eventualmente in tardo aprile - inizio maggio. Mentre il nome di Estate di San Martino è condiviso con le culture iberofone, nei paesi anglosassoni, francofoni, viene chiamata Estate indiana mentre in alcune lingue slave, tra cui il russo è chiamata Bab'e Leto, estate delle nonne.
San Martino viene festeggiato l'11 novembre.
Durante l'estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto fare San Martino, cioè traslocare.
Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne. Questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata appunto San Martino. (Wikipedia)

Qui oggi non fa caldo, ma nemmeno freddo, e da un paio di giorni è così. E ho giusto trovato questo detto che ci prende in pieno:
L’estate di san Martino dura due giorni e un pochino”.

STAMATTINA MI SONO DOCUMENTATA
su quel discorso delle foto ai defunti. Interessante è interessante, ma poi ho deciso di non postarlo, perchè francamente mi sembra un argomento troppo macabro, anche se il significato e lo scopo sono positivi.
In compenso, ho cercato anche qualcosa sulla diceria che le foto rubano l'anima. Pare che questa credenza ci sia, ma nel senso che la foto cattura i nostri pensieri, le idee, i sogni, e quindi l'anima. Il che non mi ha soddisfatto, non ci sono leggende nè aneddoti collegati all'argomento. Però ho scoperto che c'è una teoria scientifica, con vere e proprie formule che calcola l'energia sprigionata sia dalla foto che dall'anima, dimostrando così empiricamente che il fenomeno in questione. Ovviamente non lo posto, perchè chi ci capisce niente di formule, e senza spiegarle sarebbe inutile. Comunque sia mi è piaciuta come teoria.

6 commenti:

mothy ha detto...

Buongiorno colleghe, siamo pronte per la nostra tavola rotonda? La nostra Elas ci parla della ricorrenza di San Martino. Questo giorno lo ricordo con piacere, tutti i 5 anni della scuola elementare era lapalissiano, ripetere la poesia: La nebbia agi irti colli...... Il classico dettato della vendemmia e delle mosto che diventava vino, tipico disegno dell'uva nelle ceste, pigiata nei tini e travasata nelle botti:-), il famoso racconto del soldato che aveva diviso il suo mantello.... Forse allora mi rompevo un pò a scuola , ma oggi, per ritornare ai discorsi fatti nei giorni precedenti, il ricordo mi provoca emozione, ricordo la maestra, le mie amiche....una bella emozione di esperienze sane e positive. Il passato lo si viveva con queste ricorrenze che davano una cadenza alla vita! Oggi i nostri ragazzi sanno che a San Martino ogni mosto diventa vino?.....forse no, però sanno la composizione chimica del vino, la causa atmosferica per cui in autunno può esserci un giorno di caldo :-):-) e le emozioni dove vanno a finire?

§^_^§ ha detto...

:D Angela sei davvero unica. Hai ragione anche in questo. Emozioni e sentimenti paiono un lusso oggi, dovremmo farli cercare tramite "chi l'ha visto?" Anch'io ricordo l'ode del Carducci, la prima prima poesia che imparai a memoria, alle elementari, tipo cantilena e ricordo un tepore e un'atmosfera di serenità che questa poesia trasmette bene. A proposito di oggi, San Martino a parte, so che mia nipote Luna, 6 anni, con la scuola, è andata a visitare un frantoio delle vicinanze. La sua versione è stata: "sono andata a vedere il frantOLIO" - e noi "no, il frantoio, e che hai visto al frantoio?". lei: "c'era l'uva" noi: "no, quelle sono le olive" lei: "ah giusto, le olive. E si fa il vino"... e si fa pure tanta confusione, direi :D Quindi sì, c'è la tendenza a sezionare ogni cosa, per insegnarne l'aspetto concreto e chimico, senza alcuna emozione, tanto che ecco il risultato,i bimbi fanno confusione e non ricordano nemmeno cosa hanno visto di concreto. Questa gita a Luna non ha trasmesso non solo nessuna emozione, ma nemmeno l'interesse per quello che vedeva, visto che ha confuso le cose in questo modo. Da grande che ricordo potrà averne? I ricordi vivono di emozioni. Ciò che si vive senza emozione non avrà ricordo. Come hai detto tu, provare emozioni al ricordo di qualcosa che in quel momento, da bambini, si viveva senza rendersi conto del segno che ci stava lasciando dentro, e che riaffiora, in tutta la sua atmosfera, attraverso il ricordo. Quello che riaffiora, quel segno, è l'emozione che avevamo vissuto. Sempre spunti interessanti dai :D

Annalisa ha detto...

Anche io ricordo i giorni di scuola, per me non tanto piacevoli per motivi di isolamento in cui i miei compagni mi relegavano, però ho avuto una piccola diciamo soddisfazione giorni fà mentre mi recavo al lavoro una mattina, la macchina di Camillo aveva avuto un problema tecnico e la mia macchinuccia ancora è pronta anche lei per un problemino tecnico, mentre ero tutta tranquilla a farmi la mia passeggiata, quasi corsa per il ritardo, incontro una signora che mi ferma e mi dice:" Senti un pò, ma io è da ieri che ti guardo e mi sembri un viso conosciuto ma tua madre come si chiama?" e io dico il suo nome ma l'avevo già riconosciuta, lei allora mi risponde" E tu?" io ricordandomi che a scuola chiamavano per cogmone le dico il mio, allora lei tutta contenta mi risponde" Allora sei tu!!!!! Io pensavo che tu fossi la foglia invece sei tu!!!! Ma ti ricordi di me? e io "Ma certo siete la mia professoressa di ginnastica" lei tutta contenta mi saluta, mi ha fatto così piacere quella mattina che una professoressa si sia ricordata di me dopo 20 anni che non immaginate!!!!! :):):)

§^_^§ ha detto...

Dai si è ricordata di te! E bello che ti ha scambiato per tua figlia! :D in effetti dimostri molti meno anni, sei piccccciolina tenera :P

sonia ha detto...

io sono di roma,i miei anche e anche qualche nonno, quindi non mai frequentato "il paese", come dicevano le mie coetanee quando l'estate tornavano nel paese dei genitori.
quindi quando a 24 anni andai per la prima volta al paese di mio marito, a conoscere i suoi(proprio per s. Martino) rimasi affascinata dall'atmosfera, ma soprattutto dagli odori.
ricordo perfettamente che era una giornata uggiosa e ventosa.
ricordo l'odore di fumo dai comignoli. l'odore di mosto versato sui pavimenti di pietra delle cantine per spillarne il primo assaggio.
ricordo il tepore del camino entrando in casa!
ero ubriaca di profumi.
per chi è sempre vissuto in città, vivere una giornata come quella è un'esperienza INDIMENTICABILE...se qualcuno ti distrae dal quotidiano e ti offre lo spunto per ricordare,ripensare e quindi RIVIVERE!
Grazie Elas per lo spunto, mi hai regalato il ricordo di un bel ricordo!

§^_^§ ha detto...

Grazie a te, Sonia. Mi hai emozionato quando dici "ubriaca di profumi". E'una sensazione/emozione che capisco bene e condivido. Ragazze, mi state regalando delle belle emozioni davvero.