lunedì 4 maggio 2015

Mestieri: il falegname


IL FALEGNAME
Il falegname più celebre della storia è san Giuseppe che è oggi il santo protettore della categoria. Ma, conosciamo molto bene anche un altro personaggio, questa volta fiabesco: mastro Geppetto, che dette vita a Pinocchio, il burattino di legno.
Questo mestiere, nelle sue espressioni più alte, richiede notevoli capacità da parte di chi lo esercita. E così, i falegnami, secondo le proprie abilità, diversificano il lavoro secondo le opportunità da cogliere. In passato, chi esercitava questo lavoro doveva essere in grado di saper fare un po’ di tutto. In assenza di macchine, essi lavoravano con pochi attrezzi rudimentali: trapani manuali, seghe, pialle, martelli, chiodi, raspe, e altri arnesi, riuscendo a costruire armadi, letti, comodini, bauli, madie e ogni altro oggetto di legno venisse richiesto. I lavori erano generalmente modesti e di semplice fattura, perché molti dei clienti avevano limitate possibilità economiche. Alcuni tra questi artigiani riuscivano, invece, a produrne pezzi eleganti, decorati con intarsi e intagli, utilizzando legni pregiati. Realizzavano, cioè un vero oggetto d’arte, per clienti più facoltosi. Erano artigiani che sapevano esprimere le proprie qualità artistiche, e venivano detti ebanisti. Il falegname che produceva i mobili di alta qualità artigianalmente era artefice del proprio lavoro dall’inizio alla fine. Egli doveva avere la cura dei minimi dettagli e costruire solo con legni pregiati, come il noce, il castagno, il ciliegio. Sceglieva le tavole, le tagliava, le piallava e le levigava; poi, lavorava e assemblava le tavole secondo un disegno già preparato, le fissava a incastro o con i chiodi. C’era poi la stuccatura, per eliminare i difetti e, infine, il mobile veniva verniciato e lucidato. Oggi, con l’avvento della tecnologia, con l’uso di macchinari, con la complicità del computer, il lavoro nelle fabbriche è meno duro e sono più rapidi i tempi di esecuzione. E il mestiere del falegname è cambiato, infatti, esso si svolge in una catena, dove ognuno ha una mansione specifica: c’è chi taglia, chi leviga, chi vernicia, chi assembla, ma nessuno è in grado di realizzare un mobile intero. Al contrario, abbiamo osservato come il falegname, che lavora nella propria bottega, deve essere un artigiano versatile, capace di arte, praticità e fantasia.

Nessun commento: