giovedì 11 dicembre 2014

La penicillina


La miracolosa penicillina
Il biologo Alexander Fleming, nel febbraio del 1929, presentò al Medical Research Club di Londra il risultato di lunghe ricerche di laboratorio. Fleming, nel 1922, aveva individuato, in secrezioni umane, come muco e lacrime, la presenza di una sostanza antibatterica, capace di opporre una difesa naturale all’attacco di microbi e batteri. Chiamò questa sostanza lisozima. Ben presto, Fleming si avvide che il lisozima agiva sui batteri più deboli, ma non sui batteri patogeni. Qualche anno più tardi, incorse in una fortuita circostanza: per incuria del personale di servizio, alcuni vetrini usati per le colture non furono gettati, sviluppando una muffa estesa che distruggeva i batteri formatisi attorno al nucleo. Sperimentando, nel 1928, quel fungo naturale su nuove colture batteriche, Fleming ne verificò l’efficacia su streptococchi e stafilococchi. Nacque così la penicillina, derivazione da penicillium notatum, il nome scientifico assegnato alla benefica muffa. Ma i procedimenti di produzione della penicillina erano complessi e costosi. Convinto del potere curativo della penicillina, Fleming la sperimentò nel 1942, su un paziente colpito da meningite, ottenendone la completa guarigione. Fu un grande successo: la stampa diffuse la clamorosa notizia e le ditte farmaceutiche, da quel momento, si consociarono per produrre su larga scala il portentoso ritrovato. Lo scienziato meritò, nel 1945, il Premio Nobel per la Medicina.

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