martedì 7 ottobre 2014

Come eravamo: il ferro da stiro


UN UTENSILE DI 2000 ANNI FA
L’invenzione del ferro da stiro risale ad oltre duemila anni fa e mantenne a lungo le medesime caratteristiche strutturali: un contenitore in metallo, all’interno del quale venivano poste braci ardenti e un manico in legno, per far scorrere la piastra sottostante sul panno da stirare. Un oggetto simile si usava già nelle case dell’antica Roma: per rimuovere le pieghe dai tessuti si scaldava sulla fiamma una sottile piastra metallica dotata di manico. Stesso principio per il ferro da stiro in uso nel Medioevo, di cui si curò anche l’aspetto estetico, introducendo orpelli e decori in ferro battuto. Nel Settecento, lo strumento fu perfezionato da Isaac Wilkinson, che concepì un modo per alimentare le braci all’interno della caldaia, ricorrendo ad un soffietto. Si giunse, nel 1891, al brevetto della piastra scaldata con l’elettricità, cui seguì, nel 1926, il brevetto del ferro a vapore. Gradualmente, si eliminarono gli inconvenienti dovuti al surriscaldamento, con la riduzione dei rischi di rovinare i tessuti: le piastre furono sottoposte ad un trattamento antiaderente per renderle più scorrevoli. Fra tutti gli elettrodomestici comunemente presenti nelle moderne abitazioni, il ferro da stiro è considerato uno dei più rischiosi e, per il corretto utilizzo, sono state diffuse norme precise dagli istituti preposti alla sicurezza domestica. Nuovi ritrovati tessili hanno consentito, negli ultimi decenni, di ridurne l’impiego. Calzoni, gonne, camicie a fibra con trama molecolare idonea e certificata, recano la scritta “no stiro”, ad indicare come il tessuto non necessiti di particolari cure per essere stirato. Non trascurabile è il risparmio energetico dei nuovi ferri da stiro.

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