venerdì 26 settembre 2014

Cari ricordi

 
IN SOFFITTA HO TROVATO…
La vecchia macchina per cucire.
La storia dell’invenzione della macchina per cucire non conosce il suo vero realizzatore a causa del numero dei brevetti depositati tra la seconda metà del Settecento e la prima dell’Ottocento. Sostanzialmente, sono quattro gli inventori: Frederick Wiesenthal nel 1755, Thomas Saint nel 1790, Barthélemy Thimonnier nel 1830 e John Greenough nel 1842. Per tutti lo scopo era quello di velocizzare le operazioni di cucitura, attraverso un sistema di leve e volani, che azionassero meccanicamente ago e filo nel passaggio tra il tessuto da confezionare. Che il congegno fosse mosso a mano o a pedale, la finalità era quello di unire tra loro dei lembi di stoffa e di permettere nel contempo al tessuto di avanzare su una piastra da lavoro, collocata sotto l’ago. Dopo la prima fase sperimentale, nell’Ottocento la scoperta ebbe un grande sviluppo negli Stati Uniti, dove le celebri industrie della Singer & Co stabilirono a lungo le condizioni di mercato del prodotto. Il graduale affinamento permise di assegnare nuove funzioni alla cucitrice meccanica, come il ricamo, il rammendo e l’imbastitura, sveltite nelle fabbriche da una sempre maggiore dimestichezza del personale. In Italia, si dovrà attendere il 1877, prima di assistere alla produzione della macchina per cucire che, grazie alla Filotecnica Salmoiraghi, fondata a Milano da Ignazio Porro, conobbe la sua espansione commerciale. Altre ditte nazionali ne promossero la diffusione; fra queste le note industrie Vigorelli e Necchi a Pavia. (da Frate Indovino)

bellissima!. Mia nonna paterna ne aveva una, di quelle col pedalone. La usava spesso, lei si cuciva i vestiti per sé, o si aggiustava quelli che aveva man mano che passava il tempo e cambiava il fisico. E lo stesso faceva con gli abiti di mio nonno e alcuni abiti dei figli. Era bravissima. E la macchina ricordo quando noi nipoti femmine provavamo ad usarla. Senza riuscirci, però.

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