mercoledì 24 luglio 2013

Il paese della mia infanzia

è Città Sant'Angelo, ad una quindicina di chilometri da Pescara. E' stato luogo di nascita e crescita di mia mamma, che evidentemente mi ha trasmesso l'amore per quell'atmosfera, quelle abitudini, che in una città non si sentono per niente. Non so se è perché sto invecchiando :AddEmoticons04263.gif: ma ultimamente sempre più spesso ho nostalgia di un ambiente raccolto, dove tutti si conoscono, dove senti il suono delle campane da ogni punto ti trovi. E' vero che ormai sono abituata al caos cittadino, quindi in un posto troppo isolato so che ora come ora non reggerei. Ma mi andrebbe bene il paese, non isolato ma nemmeno troppo incasinato; mi dà l'idea di antistress quell'atmosfera, e ricordo così volentieri quando ci si svegliava al canto del gallo, e le giornate prendevano il loro ritmo sempre molto lentamente, mentre in città lo fanno tutto di botto, traffico, rumori di lavori edili, ambulanze, allarmi, non c'è modo di sentire neanche i propri pensieri.
questo il corso dove le mattine salivo (mia nonna abita nella parte bassa del paese), scaletta scaletta, per accompagnare mia mamma o mia nonna nel giro di spesa. Corso che fu scenario di un episodio buffo - neanche tanto a pensarci bene - che mi riguarda, quella volta in cui mia mamma parcheggiò la macchina (la 500 di allora, rossa fiammante, nella quale io, piccola com'ero e con pure il gesso - mi avevano operata da poco di torcicollo congenito- ci entravo tranquillamente dritta, giusto la testa mi si vedeva, e la faccia appiccicata al finestrino) lungo questa strada, davanti al negozio di alimentari.  Come si nota, la strada è in pendenza, e mia mamma, sempre sovrappensiero, aveva dimenticato di mettere il freno a mano. Ad un tratto qualcuno gridò "la bambina!" Mia mamma si girò verso la macchina e notò che la mia faccia si stava muovendo....all'indietro....in pratica la macchina se ne stava andando già per la discesa, e io con lei. Per fortuna il movimento era lento, e mia mamma fece in tempo a risalirci su e frenarla. Ah, e in tutto questo concintato contesto, io non ho fatto una piega, anzi, ero piuttosto divertita. 
molto simile a questa era la vista su Pescara dal balcone di mia nonna, 
(questo balcone)
ed è un'altra bellissima sensazione che mi ha lasciato. Come la luce del sole che filtrava dalle serrande la mattina; le voci soffuse in casa per non svegliare chi ancora dormiva; persino il rumore dei passi sul pavimento del corridoio, che è a rilievo, come si usava una volta. Una casa semplice, quella di mia nonna, ma l'unico posto (per tutte le belle sensazioni che mi ha lasciato) del mio passato  in cui vivrei fino alla fine dei miei giorni.

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