martedì 30 aprile 2013

Una fifa da paura

Fifa e paura sono praticamente la stessa cosa, entrambi definiscono quello che è il sentimento più diffuso in natura. Il termine fifa pare significhi più vigliaccheria, essendo di origine militare, di quale regione o paese però non si sa. Io lo identifico da sempre con una versione più blanda della paura, nel senso, riferito a situazioni di cui poi si può anche ridere, cosa che la vera paura non ti permette nemmeno a distanza di tempo. C'è ad esempio un episodio che mio padre ci raccontava spesso, e che risaliva a quando era ragazzo. Lui non era pauroso affatto, anzi, affrontava cose allucinanti in modo piuttosto scapestrato. Però non amava i film di paura, non gli piacevano proprio. Ciononostante, una sera si lasciò trascinare dagli amici al cinema a vedere il film Dracula, quello storico con Christopher Lee. All'uscita, tornando verso casa, tutti, compreso lui, a sbeffeggiare sto film, che cavolata di qua che cavolata di là, a farsi gli scherzi stupidi e a ridere come scemi, tipiche ragazzate, insomma. Arrivato a casa, però, dopo aver salutato gli amici, mentre saliva le scale - consideriamo che era tardi - lo assalì una certa inquietudine. La luce debole dei pianerottoli....il palazzo, uno di quelli di una volta, con le ringhiere e le statue in marmo sparse qua e là, nel silenzio più totale....arriva al suo piano e la luce delle scale si spegne. L'inquietudine diventava sempre più forte, ma tra sé e sé si dava del cretino, tanto che si rifiutò di riaccenderla, visto che era arrivato. Che ci voleva? Infilava la chiave nella toppa ed era dentro, e fine. Ma questi autoconvicinmenti non servirono. Si sentiva come se avesse una presenza dietro le spalle, e si agitò al punto da non riuscire ad infilare bene la chiave nella toppa. Allora cercò a tentoni il pulsante per la luce delle scale, ovviamente senza trovarlo. Il panico aumentava quando all'improvviso la porta si aprì,  proprio nel momento in cui riuscì ad accendere la luce. D'istinto si voltò per "vedere" chi c'era alle sue spalle e a quel punto lanciò un grido perché si trovò davanti la statua del suo pianerottolo. Il tutto durò solo pochi secondi, ma a lui sembrarono un'eternità. Ad aprire la porta era stata sua madre, la quale lo aveva sentito mastriare con la chiave e si era svegliata. Lo guardò perplessa e gli chiese "ma che combini?" Allora mio padre si rilassò di colpo e scoppiò a ridere, mandando al diavolo Dracula e compari.
Ecco, questo è un esempio di cosa intendo per fifa. Una paura autoalimentata al punto da farti fare cose buffe di cui poi riesci a ridere dandoti dello stupido.
Concludo con una curiosità. Cercando in giro, ho scoperto perché si dice "fifa blu". L'espressione deriva dal colore della pelle, che con la paura diventa bianco bluastra. Pare che tra i colori delle emozioni, il blu sia il colore della paura.

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