venerdì 11 gennaio 2013

Ma quindi è tutta una questione di ormoni.

ho appena trovato su facebook un interessante articolino che tratta l'ipotesi che la fedeltà sia una questione ormonale. Lo copio e incollo dal sito suo (che sarebbe questo--- http://geniuswellness.myblog.it/archive/2013/01/11/l-ossitocina-e-l-ormone-della-fedelta.html)

L'ossitocina è l'ormone della fedeltà?

L'ossitocina, la molecola prodotta dalla madre alla nascita  e grazie alla quale si instaura un rapporto di fiducia con il bebé, potrebbe essere la naturale barriera contro le scappatelle maschili.
Lo hanno provato i ricercatori dell'università di Bonn con un singolare esperimento. Hanno arruolato come cavie un gruppo di uomini sottoponendoli a due tipi diversi di "immunizzazione" dal tradimento. Al primo gruppo è stato fatto associare uno spray all'ossitocina, al secondo uno spray placebo.
La ricerca prevedeva una tentazione "artificiale": l'approccio di una ricercatrice che doveva avvicinarsi ai candidati  a una distanza pericolosa, tra 10 e 15 centimetri. Risultato: gli uomini "trattati" con l'ossitocina tendevano naturalmente ad allontanarsi dalla ricercatrice, mentre quelli che avevano ricevuto solo un placebo erano molto più propensi al contatto.
Conclusione: l'ossitocina gioca un ruolo nell'aumentare la fedeltà non solo tra gli animali, ma anche tra gli esseri umani.

La particolarità è che tempo fa è apparso anche un altro articolo che parlava dell'innamoramento sempre come derivante anche lui da un ormone.
L’organismo normalmente produce Feniletilamina (ormone della classe delle anfetamine), ma all’improvviso, a causa di un incontro, nella memoria emotiva si risvegliano alcuni significativi ricordi che spingono l’organismo ad aumentare la produzione di questa molecola, che ha l’effetto di scatenare una tempesta emotiva che disattiva ampie zone della corteccia cerebrale associate alla ragionevolezza e al giudizio, al fine di creare quella piacevole esperienza che è l’Innamoramento.
Ciò accade perché la Feniletilamina che è collegata all’umore, induce effetti molto simili a quelli prodotti dalle anfetamine (eccitazione, ottimismo, piacere), inoltre agisce sul comportamento sentimentale regolando la produzione della Dopamina (neurotrasmettitore che induce sensazioni gratificanti e piacevoli) e la Noradrenalina che provoca eccitazione ed euforia. Da un punto di vista psicologico l’amore è quindi la soddisfazione di un desiderio, associato al raggiungimento di una stimolazione sensoriale.
La Feniletilamina quindi, induce il rilascio della Dopamina, che diffonde sensazioni di piacere. Si crea così, un’associazione fra l’incontro e il piacere prodotto, che imprimono nella mente il ricordo di una esperienza gradevole. Questo stato di benessere favorisce la diffusione nel sistema limbico e nell’ipotalamo della Noradrenalina, la molecola dell’agitazione, che oltre ad indurre euforia ed entusiasmo, causa la contrazione delle vene negli organi genitali che, trattenendo il sangue, inducono nell’uomo l’erezione e quindi lo stato di eccitazione, mentre nella donna è l’Ossitocinache induce comportamenti che invitano all’incontro sessuale.
La Noradrenalina regola anche la produzione di Adrenalina che, nella esperienza sentimentale, è responsabile dell’aumento del battito cardiaco, della respirazione e della pressione sanguigna.
La Feniletilamina favorisce anche il rilascio della Vasopressina, ormone responsabile dell’aggressività, che può manifestarsi sotto forma diversa sia nei riguardi di chi tenta di insidiare la relazione (gelosia), sia nei confronti di chi tenta di contrastare la relazione. E’ questa insolita esperienza di benessere fisiologico, che spinge l’individuo a ricercare nei giorni successivi, quel contatto che è stato capace di creare quella fantastica e diffusa sensazione di piacere. Ciò significa che la seduzione non è un evento strettamente psichico, ma la manifestazione cosciente di sensazioni fisiche.
Considerare l’effetto isolato di questi diversi componenti è utile per comprendere, mentre nella realtà è il risultato finale di questo fantastico e micidiale cocktail, che influenza il comportamento sentimentale ed affettivo. Ciò consente di comprendere perché, con il trascorrere del tempo, l’intensità dell’innamoramento è destinato a modificarsi, in quanto dipende da questo cocktail ormonale. Ciò accade perché il cervello subisce un’assuefazione dovuta all’effetto dopante dellemolecole dell’amore. Assuefazione che è favorita anche dalla pruduzione dell’Endorfine (molecole molto simili alla morfina) che inducono un’azione analgesica, il cui effetto è di indurre un rasseneramento emotivo.
Molto spesso, questa quiete emotiva è interpretata come attenuazione del sentimento, mentre in realtà è una sua naturale evoluzione, necessaria per favorire lo sviluppo di un progetto di vita della coppia, in quanto l’amore da passionale deve necessariamente trasformarsi in romantico e quindi in affettivo, per contribuire a rafforzare il legame emotivo. Quindi, l’amore intenso non può durare in eterno, è la relazione sentimentale non perde il suo valore emotivo, ma semplicemente si trasforma. La relazione sentimentale inizia così ad essere condizionata dal livello dell’Ossitocina, il cui fine biologico è di contribuire a rafforzare il legame emotivo. E’ in questa fase della relazione che diventa fondamentale introdurre comportamenti che favoriscono una sessualità affettiva, in grado di potenziare i meccanismi della memoria che fissano i ricordi emotivi. L’intensità di questi ricordi può essere naturalmente potenziata dal piacere indotto dall’orgasmo.
Spesso è l’incapacità a gestire questo inevitabile modificarsi del sentimento che causa, insieme ad altri elementi, la fine di un Amore. Chi viene abbandonato subisce l’effetto della molecola del mal d’amore, indotta dal rilascio, nei circuiti dell'emozione, della Corticotropina (Corticotropin-Releasing Hormone, CRH), che quando si attiva induce la tipica tristezza che si scatena a seguito di una separazione o di un lutto. (da http://www.antoniosammartino.it/blog/Default.aspx?id=294)
aah ecco che si spiega anche il motivo per cui l'innamoramento viene (sempre ipoteticamente) collegato all'odore. E' una questione chimica. Ma....quindi può anche essere curato? Mmmmmm....e il carattere, le ripercussioni delle esperienze di vita sul carattere, non c'entrano? O sono anche quelle questioni ormonali?

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