giovedì 23 agosto 2012

Bambi!

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Ci pensavo stamattina (mi ci sono svegliata ) che in qualche modo preferisco gli erbivori, rappresentano un'innocenza vera, una purezza che ai carnivori manca di sicuro, se non altro per il loro atteggiamento verso le altre creature, che però è vitale visto che si parla di sostentamento per sopravvivere. E queste come Bambi sono le vittime principali. Ma perché dico io, devono avere questi occhi così dolci, che disarmerebbero chiunque? Perché la natura non li ha fatti spaventosi, che so, con 3 occhi infuocati, 1000 denti appuntiti e 6 zampe artigliate? No. Li ha fatti con i musetti più dolci del mondo, buoni come il pane, esili nel corpo e pure senza denti! Nascono direttamente per essere eventuali vittime sacrificali, per quanto fondamentali per la sopravvivenza di altre specie. Ma sono così belli e innocenti. Ricordo spesso mio padre, il quale, dal canto suo, ci diceva sempre, anche se per quanto avesse ragione io non sono del tutto d'accordo, che gli animali devono restare liberi, lui era contrario a tenerne in casa, cani gatti, uccelli in gabbia, pesci nell'acquario, era più forte di lui, non accettava di vederli prigionieri. Addirittura durante una visita allo zoo, arrivati alla gabbia del gorilla, dove c'era questo gigante dietro la grata, attaccato alle sbarre con le zampe che guardava i visitatori, con uno sguardo che era effettivamente di una tristezza infinita, mio padre si dovette allontanare, ci chiamò via e ci rimase malissimo, non riuscì a sostenere la vista di quella profonda tristezza. Tempo dopo ancora ci ripensava, non poteva dimenticarlo. Spesso ci raccontava di quando, da ragazzo, durante i lavori nella Foresta Umbra, gli operai catturarono un cerbiatto, che, da che ho capito, doveva essere giovane. Mio padre rimase colpito dallo sguardo di questo animale, appunto disarmante, diceva, e totalmente spaventato, mentre si dimenava nella rete, uno sguardo che, diceva, non ha mai dimenticato. Lo fece liberare subito. Chissà, ora che ci penso, forse da questo episodio si è sviluppato e radicato in lui il rifiuto di rinchiudere gli animali in spazi ristretti. "quegli occhi erano l'immagine dell'innocenza", diceva.

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