giovedì 8 marzo 2012

Donna

festa-donne-mimosa


tutt'altro che festaiolo il mio post e direi anzi piuttosto in :ph34r: . Intanto cito brevemente l'episodio che è all'origine di questa festa:

Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al 1908, quando un gruppo di operaie
dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terrificanti condizioni in cui erano costrette a lavorare.
Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l' 8 marzo il proprietario Mr. Johnson, stanco della mancata produttività e soprattutto il non voler riconoscere tali diritti, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.
Un grosso incendio divampa all'interno della fabbrica e le donne operaie prigioniere
ne furono travolte e ben 129 di loro morirono arse dalle fiamme. 


che mi sembra più che sufficiente per non festeggiare. Come non c'è niente da festeggiare se si pensa che esistono "mostri" anche tra le donne, tipo quelle che tolgono la vita a chi l'hanno data, abusando nel modo peggiore del potere più grande che la donna possiede, cioè mettere al mondo, abuso che non solo è tra i più gravi che ci possano essere ma è anche decisamente contro natura. Quelle incapaci di provare comprensione per i figli altrui, o quelle che vogliono a tutti i costi eguagliare un uomo, dimostrando solo stupidità, come un'oca che si atteggia a rinoceronte. Non sono femminista, mai stata, e detesto il movimento femminista come era stato portato all'eccesso tanto quanto detesto il maschilismo, sono comunque entrambi forme di grettezza e chiusura mentale, che ci riportano ai livelli dei trogloditi della preistoria, sfiorando il grottesco e l'innaturale. Donne sì. UomE assolutamente NO. Da queste considerazioni più gravi arrivo al fondo, cioè a quelle persone (donne), con le quali mi è capitato spesso di discutere, che affermano con salda convinzione che in un gruppo di donne c'è sicuramente invidia. Chi l'ha detto? Non è mica una legge universale. Anzi, come ho sempre risposto a questa madornale stupidaggine, dovrebbe esserci innanzitutto e "sicuramente" solidarietà, non invidia. Sbagliano a considerarla una norma, se è diventata tale lo è diventata proprio grazie alla diffusione di questa convinta affermazione. Può esserci antipatia, naturalissima, ma questo riguarda uomini e donne, l'antipatia è una questione di pelle, e di "persone" in generale, non in quanto donne, o in quanto uomini. ma l'invidia è un'altra cosa. Le persone invidiose sono deplorevoli (e pericolose) a prescindere dal sesso. Non è vero che tra donne c'è sicuramente invidia. C'è là dove ci sono persone (donne) invidiose.
Premesso e scartato tutto ciò, posso iniziare a parlare delle vere donne,
-quelle che si sono rialzate e si rialzano sempre, nonostante le difficoltà dettate dalla meschinità sociale, che ha dettato ruoli fittizi senza considerare che i ruoli, seppure di ruoli si può parlare, al limite, ce li ha già assegnati la natura;
che amano amare, e ci si dedicano anima e corpo, combattendo contro i pregiudizi stupidi e meschini;
-quelle vittime della stupidità umana, che hanno subito e subiscono violenza di ogni tipo, a cominciare dalla famiglia di origine di cui sono schiave e che le rende schiave di un matrimonio forzato;
-parlo delle "streghe", quelle povere donne martirizzate senza motivo che non fosse la depravazione patologica e repressa dei loro persecutori, e nei modi peggiori, violentate ripetutamente e in ogni senso, considerate esseri inutili e dannati, proprio là dove avrebbero dovuto trovare conforto, comprensione e riparo dalla violenza;
-parlo di quelle che hanno combattuto e combattono questi soprusi a scapito loro, che lottano contro le ingiustizie di dolori morali e fisici inflitti in secoli di mentalità malata. E in onore di queste, voglio citare l'episodio recente della ragazza violentata a L'Aquila, alla quale un mostro ha danneggiato irrimediabilmente l'apparato riproduttivo. Una vita rovinata, dalla stessa violenza che si è spaventosamente tramandata nel corso di secoli ed anni. A lei, con i suoi 45 punti di sutura (...) ed una ferita che non rimarginerà mai, va tutta la nostra solidarietà femminile. A lei e alle donne che come lei sono state private della loro condizione (o della vita addirittura) è dedicata questa giornata, e questa canzone che descrive bene gli aspetti più difficili che caratterizzano l'essere donna.
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