venerdì 6 gennaio 2012

Diario di "bRoDo"

BUONA BEFANA A TUTTI!!

La calza della Befana

Festività sentita, fino a qualche decennio fa, molto più del Natale, la Befana, rispetto a Babbo Natale, ha il potere educativo di punire i bambini cattivi in maniera evidente. Alla vigilia del 6 gennaio infatti i bambini appendono le loro calze di lana al camino, o alle finestre, aspettando trepidanti il giudizio della Befana. La calza di lana non è un indumento casuale, ma simboleggia la protezione indispensabile dal freddo invernale, un aspetto fondamentale nella vita dei contadini. La storia e le origini popolari della Befana.
La Befana è una tipica figura del folklore di alcune parte d'Italia; Il suo nome deriva dalla parola epifania, alla quale festività religiosa la figura della Befana è collegata. Appartiene quindi alle figure folkloristiche, dispensatrici di doni, legate alle festività natalizie

Ho avuto anch'io la mia calza. E con questa ho fatto l'ultimo carico di bontà!!
ALMANACCO
santo
Epifania

proverbio
I titoli sono ora così comuni che per distinguersi è meglio non averne

scoperte, invenzioni, etc.
1690 Willhelm Rhyne introduce in Occidente l'agopuntura
Il medico olandese, durante un viaggio in Cina apprende e introduce in Europa la tecnica dell'agopuntura, che rimarrà ignorata per molto tempo.

frase celebre
"Esperienza è il nome che ciascuno dà ai propri errori"
Oscar Wilde, Il ventaglio di Lady Windermere

consiglio
Collutorio
Lasciate in infusione in acqua bollente per un giorno ed una notte circa 4gr. di petali di rose. Filtrate e mescolate con 4gr. di miele per ogni grammo di liquido ottenuto. Otterrete un ottimo preparato per alleviare le infiammazioni della bocca

cosa vuol dire
Carpe diem
Cogli la giornata
Frase di Orazio che utilizza per sottolineare la precarietà della vita e la saggezza di chi è in grado di cogliere l'attimo fuggente
....Il proverbio non l'ho mai sentito. Non mi sembra nemmeno un proverbio, in realtà. Però dice una cosa vera, i titoli non servono a niente. C'è chi se li compra (anche quello di principe. Vedi Totò, che, data la sua innata ironia verso la vita e la società, sicuramente lo fece per provocazione), e allora che valore hanno, se non in denaro? E poi troppo spesso il titolo "bolla", qualifica, classifica, per qualcosa che non ha niente a che fare con la persona. Quelli di duca, barone, conte, e anche re e principe, chi li ha stabiliti? Chi ha stabilito che una persona è nobile rispetto ad un'altra? Il lignaggio? E cos'è il lignaggio? Una convenzione formale inventata dall'umanità. E personalmente le convenzioni le detesto. Il rispetto si ha per la persona. E una persona ignobile, per quanto "socialmente dichiarata" nobile, non merita nessun genere di rispetto.
La frase celebre la conosco bene, e conosco bene Wilde. Se non fosse che a dirla è stato un principe del paradosso, che più che altro per ristabilire l'equilibrio, capovolgeva al negativo le qualità o le attitudini da tutti considerate positive e al positivo i difetti e i comportamenti da tutti considerati negativi, non la considererei. Che l'esperienza è il nome che diamo ai nostri errori, è una frase palesemente ironica. Wilde ha voluto, come in ogni cosa che ha detto e con la sua solita sottigliezza verbale, prendere in giro quelli che parlano con superficialità "dell'importanza dell'esperienza" senza nemmeno sapere di cosa parlano, perchè di fatto hanno una vita basata su convenzioni ed ipocrisie. Come si può definire l'esperienza? Per me  la vita è un insieme di esperienze, negative e positive, fatte di errori e anche non errori, che "dovrebbero" insegnare e far capire cosa si vuole e cosa no, cosa siamo, cosa vogliamo essere e cosa no, magari per evitare di fare errori o gli stessi errori, affermare cosa amiamo e cosa no, cosa siamo e cosa vogliamo o non vogliamo essere.

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