domenica 28 agosto 2011

Diario di "bRoDo"

Buoooona domenicaaaaaaaaa
dal sole più antipatico degli ultimi 2 millenni..........
IN BOCCA AL LUPO
Stamattina mi sono svegliata con questa curiosità: da dove deriverà questo augurio? Perchè "in bocca al lupo" non si può propriamente definire "augurio" - infatti la risposta è "crepi il lupo"! La mia curiosità sulle sue orinigini mi ha portato alla solita WikiWiki

In bocca al lupo è un augurio scherzoso di buona fortuna che si rivolge a chi sta per sottoporsi ad una prova difficile.
L'espressione ha un valore scaramantico: per scongiurare l'eventualità di un avvenimento indesiderato lo si esprime qui sotto forma di augurio. Andare nella bocca del lupo è infatti una palese metafora per cacciarsi nei guai.
Una consuetudine più recente del modo di dire in sé vuole che si risponda con «crepi il lupo» a chi formula l'augurio.

Origine

Anche se l'origine del modo di dire non è chiarissima, non è certo che esso sia nato nel mondo rurale, molto probabilmente dal linguaggio di pastori e allevatori, presso i quali il lupo era temuto come animale pericoloso per eccellenza, perché predatore di bestiame.
Secondo un'altra interpretazione, il detto sarebbe nato dal linguaggio dei cacciatori: i lupi infatti, sebbene non commestibili, venivano spesso soppressi in passato sia per salvaguardare il bestiame, sia perché considerati, a torto, pericolosi per la popolazione umana. L'uccisione di un lupo era dunque considerato un gesto prestigioso, e il detto avrebbe avuto in origine il valore di un augurio di buona caccia. In realtà il lupo, a dispetto dell'iconografia popolare, è per natura schivo dell'uomo.
Per altri il detto deriverebbe dal greco per assonanza. In greco era l'augurio "prendi la retta via" e come risposta si diceva "la prenderò".
Un'altra interpretazione, ancora, trova l'espressione come un augurio che si riferisce alla storia dell'origine di Roma. Romolo e Remo vennero salvati dalla lupa, che dopo averli trovati abbandonati in una cesta sul greto del Tevere, li allattò e li condusse al riparo in una grotta, portandoli in bocca. Così, se qualcuno rivolge questa espressione all'altro, si augura fortuna oppure salvezza. In questo caso, però, una risposta quale "crepi" o "crepi il lupo" non avrebbe senso, se non frutto dell'ignoranza sull'origine dell'augurio.
Un'ulteriore interpretazione è che "la bocca di lupo" era la lavagna dove i capitani che arrivavano alla Giudecca registravano il loro arrivo e la quantità di uomini e merci portati a casa. Quindi dire "in bocca al lupo" significa fare buona navigazione ed augurare di tornare salvi in porto. Non si risponde "crepi" perché il lupo è una lavagna di scrittura, ma si risponde "che il Dio del mare Ti ascolti" oppure "ciao" (schiavo vostro), (schiavo → s/ciao → ciao in veneziano, il "vostro" è sottinteso); a Venezia nel lazzaretto in attesa della quarantena venivano fatte riquadri sui muri con frasi di augurio circondati da cornici dentellate a bocca di lupo, cornici che tuttora si usano in grafica con tale termine: rispondere "crepi" non ha etimologicamente nessun senso. Nell'isola del lazzareto nuovo si possono tuttora vedere antichi modelli.
Un'altra possibile interpretazione sarebbe la seguente: si tratterebbe di un augurio rivolto a chi andava a cacciare il lupo, per poterlo cacciare bisognava potersi avvicinare, in definitiva mettersi nella bocca del lupo. Non possiamo dimenticare il fatto che nell'immaginario collettivo il lupo era un gran nemico, un nemico pericoloso (nelle fiabe popolari,il lupo era sempre il cattivo) e per mettersi alla caccia del temuto lupo, ci voleva una buona dose di coraggio, il coraggio di mettersi nella bocca del lupo. L'importante è che alla fine "crepi il lupo", cioè il successo della caccia. Il cacciatore riceve il premio del coraggio dimostrato.

Hai capito. Interessante come sempre. Anche se - come è naturale che sia - le possibili origini sono varie, e più ipotetiche che certe, perchè nell'evoluzione, linguistica in primis, è così che avviene, il punto di partenza si perde nel tempo, e tra le abitudini e le usanze.

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