sabato 8 ottobre 2011

Diario di "bRoDo"

maa, avrei tante cose di cui parlare, ma tante. E mo'?
INTANTO, E' VERO, LO SO
che sono una rompispazzole. Quando vedo o sento qualcosa che mi sembra ingiusto o che non mi va giù non mi freno, e ci dò sotto a più non posso, criticando i comportamenti - sempre generali però, non mi sento di giudicare se non conosco, mi baso su quello che vedo e magari se ci sono vittime o meno. Vabè è vero, rompo. Ma è anche vero che, di contro, per contrappeso direi, quando vedo qualcosa che mi piace, o una giustizia compiuta, o qualcosa che dà felicità e non infelicità, mi esalto. Forse non mi risparmio in critiche, sì, ma quando vedo qualcosa di buono non mi risparmio nemmeno in complimenti, e amo sottolinearlo e metterlo in evidenza. Vado all'eccesso in tutto. E' così.
MI HANNO DETTO
ma non ho trovato la notizia da nessuna parte, che pare si sia tolto la vita il padre di uno dei bimbi (non so quale appunto, perchè non riesco a trovarlo) lasciato in auto per ore. Ora, non ne ho conferma, ma se così è, mi dispiace. Così come non mi dispiaceva se quell'uomo, con quello che è successo, continuava la sua vita normale, ridendo, scherzando, mangiando e bevendo, come se niente fosse successo. Invece se è vero ciò che dicono, mi dispiace per lui, provo una profonda pena. E un senso di giustizia per quel povero bimbo. Perchè in qualche modo è come se fosse stata fatta giustizia, non perchè il padre sia morto, ma perchè non è riuscito a vivere sapendo quello che aveva causato. Alcune opinioni ritengono che non è giustizia, che il bambino non torna in vita,  che al limite il padre doveva continuare a vivere per pagarla davvero, e che il suicidio è una via di fuga. Non sono d'accordo. Intanto sarebbe da vigliacchi fare così, e invece ci vuole coraggio per togliersi la vita. E poi, giustizia c'è,  perchè lui si è reso conto, e appunto, rendendosi conto, non è riuscito a sopportare di "vivere", anzi, era già morto, perchè, dai, diciamocelo, ad una cosa del genere non si può sopravvivere. E' stato lui stesso a farsi giustizia. Quindi il cerchio si è chiuso.

MA QUANTO AMO
i giochi di parole. Ci si può dire tutto, ci si può far ridere. Si dà spazio alla fantasia e all'ironia. Amo tanto i giochi di parole.
ECCO I MIEI CAPEL LONG
io e le mie foto da strapa(para)zzo pazzo.
BUONA DOMENICA!!
quest'occhio mi piace sempre meno............................................................ ma ci sto anche mettendo l'antibiotico, che cacchiocchiolino vuole di più.
CANTANDO SOTTO LA...DOCCIA
giorni fa mi sono ritrovata ad inventare due canzoncine, avete presente del tipo che si inventano sotto la doccia inconsapevolmente, facendo un misto di musica presa qua e là? ecco, così, e che dimostrano la mia totale fuoriditestaggine. La prima aveva una musica quasi romantica, esageratamente melodica, con tanto di vocalismi. Solo che il testo era "sputami nell'anima"........ Quando dopo un po' che cantavo, ho realizzato il testo che avevo improvvisato, mi sono fermata e ho iniziato a ridere continuando per almeno 10 minuti. Perchè la musica era sentita, ma il testo era tutt'altro che romantico. Il giorno dopo, mentre mettevo da mangiare a Whisketta, ne ho inventata un'altra, dedicata a lei, perchè l'ho vista sbucare in cucina e ho improvvisato, sempre inconsciamente, un motivetto saltellante, con il seguente testo: "il naso che cammina".
Ci rido tutt'ora. Nooo, io mi devo curare davvero.
ORMAI E' ASSODATO CHE IL SENSO DELLE COSE NON C'E'
forse si è perso, non lo so. Ma non c'è. Ho letto un articolo, redatto da benemeriti esperti del comportamento umano, riguardante il modo di porsi, o meglio, indicando il "giusto" modo di porsi. Che, secondo questi cari signori, si basta TUTTO sulla forma. E già qui . Che intendono, che quando si parla con gli altri si deve stare attenti alla gestualità e alle parole che si usano, e questo anche se si esprimono opinioni, del tipo, una mamma al figlio non può dire "la tua camera è in disordine, vedi di pulirla" perchè questa è "violenza", Deve dire "mi sembra che la tua stanza sia un po' fuori ordine, mi sembra ma non ne sono certa". ..... Evviva la schiettezza.  Quindi in pratica, non contano le intenzioni che metto dietro le parole, contano le parole in sè, cioè, io posso dire a qualcuno che fa schifo l'importante che scelgo le parole adatte? E c'è chi questo lo fa eh, te ne dice di cotte e crude col sorriso sulle labbra e magari dicendo che lo fa per il tuo bene (questa sì che è violenza), e da che mondo è mondo questa è falsità. A questo punto mi spiegano questi studiosi come si fa a capire se una persona ti sta mentendo? Non si può capire, visto che la "forma" è bella ma la "sostanza" è assolutamente l'opposto, cioè si esprime con belle parole un'offesa, quindi si mente. Eppure gli "esperti" ci insegnano che è questo il modo "giusto" di porsi. Mi cadono le braccia. E' tutto falsato, tutto ribaltato. Da una parte ci insegnano che ciò che conta è la sostanza, la franchezza e la sincerità e dall'altra promuovono il formalismo (perchè di questo si tratta) e la menzogna. Se io dico a qualcuno che secondo me sta sbagliando gli faccio violenza? E allora se gli dò un catozzo in faccia che gli faccio? Ma lo vedono sti studiosi che così non c'è distinzione tra violenza e violenza? Allora non sorprende che gli assassini stiano fuori di galera. E oltretutto  spesso anche giustificati o capiti dall'opinione pubblica.  Non si sa più cosa sia la vera violenza, se n'è perso il senso e. grazie a queste teorie contraddittorie, si perderà ancora di più. E invece un distinguo bisogna farloo o o.  Quello che conta sono le intenzioni, se le intenzioni non sono di ferire non si usano parole che feriscono, se invece sì sì. Questo è essere franchi diretti e sinceri. E meno male che chi parla è "esperto" del comportamento umano.
Non c'è nè il senso nè la misura delle cose, anzi no, la misura non c'è nel male, nel bene sì, visto che non si trova difficoltà nè freni a maltrattare (anche se nascondendolo dietro belle espressioni) mentre si trova enorme difficoltà a dire ti voglio bene. E si sta educando un'umanità costruita sulla falsità e sull'apparenza.
TUONA IN MODO STRANO
sembrano fuochi d'artificio...

2 commenti:

mothy ha detto...

Non spetta a noi giudicare se è giusto o no il gesto del padre. Non si sopravvive alla morte di un figlio. Io ho visto genitori che hanno perso i figli, continuare a vivere fisiologicamente, ma morti nel cuore e nell'anima. Sai è facile per noi dire, ma ha fatto mor ire il figlio ed è giusto che muoia anche lui. Tutto può succedere a tutti e la mente umana spesso va in tilt! Non per fare la saputella, ma non bisogna mai ergersi a giudizio perchè nella vita non sai mai cosa potrebbe accadere, sembra che le cose succedono agli altri e non a noi, ma sta pur certa, che siamo tutti a rischio!

§^_^§ ha detto...

E' esattamente ciò che dico io. Non spetta a noi giudicare una persona. Io che sto al di fuori posso dire cosa farei o non farei io (farei, perchè poi a trovarcisi chi lo sa. Certo, Angy, so che non lascerei mai un bimbo in auto per 5 ore!! non ci lascerei nemmeno il mio cane caspita). Infatti quest'uomo, sempre se è così, si è giudicato da sè, perchè si è reso conto, ha sentito il peso di una colpa che comunque ha, e dire questo non è giudicarlo. E il fatto che non sia riuscito a vivere "normalmente" dopo questa cosa a me fa tanta pena ma anche dà il senso di una giustizia compiuta. Se non sentisse la colpa di quanto è successo al figlio, il bimbo come avrebbe giustizia? Una colpa si espia nel momento in cui chi ce l'ha se ne rende conto, e paga di sua volontà (tipo chi si costituisce, ad esempio). Questo ho inteso. E sono d'accordo anche sul fatto che tutto può capitare a tutti, non si può mai dire "a me non succederà mai", cosa che però molte persone non sembrano considerare, perchè non sanno o non vogliono mai mettersi nei panni degli altri.