giovedì 6 gennaio 2011

La befana

Mia mamma ci ha sempre tenuto, da piccoli ci riempiva - insieme a mia nonna, sua mamma - le calze di dolcetti, mandarini e un immancabile tocco di carbone dolce. Non capisco come mai la befana è personificata da una specie di strega. E quindi mi sono letta leggende e tradizioni, che ho, come sempre, trovato molto interessanti.
La Befana, corruzione lessicale di epifania attraverso bifanìa e befanìa,[1] è una figura tipica di alcune regioni, diffusasi poi in tutta Italia. Appartiene alle figure folkloristiche, dispensatrici di doni, legate alle festività natalizie.
Secondo la tradizione italiana la Befana, raffigurata come una vecchia che vola su una scopa, fa visita ai bambini il 6 gennaio, durante la notte dell'epifania, per riempire le calze lasciate da essi appositamente appese sul camino o vicino a una finestra. In molte case per attirare benevolmente, la befana, è tradizione lasciare un piattino con qualcosa con cui possa ristorarsi: generalmente si tratta di un mandarino un' acciuga o qualche cipollina sotto aceto e un bicchiere di vino rosso
L'origine di questa figura va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all'anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell'anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus) e l'inizio dell'anno lunare.[4]
Anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura.I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. A guidarle secondo alcuni era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri una divinità minore chiamata Satia (=sazietà) o Abundia (= abbondanza). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benchè benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega.
L'aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell'anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all'inizio dell'anno (ecco forse spiegato l'aspetto di "strega")
e questo lo trovo particolarmente bello  e tenero:
Secondo una versione "cristianizzata", i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Come cibarie per rifocillarsi, a casa di mia nonna si lasciava una tazzina di caffè (che a mia mamma piace tanto) ed eventualmente un frutto o un dolcetto.
 Io! Una volta appesi i collant invece della calza, e i miei ci risero per anni! Furba.


Chiudo con la filastrocca che mi canticchia nella testa da giorni:
La Befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
Viva, Viva La Befana!

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